E' stata persa un'occasione! Quante volte durante il corso di quest'ultimo anno, di fronte allo scadere della legislatura e all'inazione del nostro parlamento su alcune questioni fondamentali, abbiamo sentito pronunciare questa frase. Ci avevamo sperato, eppure di fronte all'emergenza ci nessun atto di solidarietà è arrivato da parte dei nostri parlamentari. In effetti, sarebbe stato come chiedere a un ladro di tagliarsi tutte e due le mani. Impensabile chiedere a questa classe di nominati di rinunciare alle proprie rendite di posizione. Mentre è avvenuta con evidente celerità tutta quella serie di provvedimenti che prevedevano nell'immediato una rinuncia economica per i cittadini italiani. D'altronde, con uno spread schizzato a oltre 570 punti base nei confronti dei bund tedeschi bisognava dare una risposta per ridurre la quota di interessi da noi dovuta agli investitori. La cosa più immediata da fare era far pagare il prezzo ai comuni cittadini.
Nel frattempo, tutta una serie di misure necessarie, e che avrebbero potuto portare qualche soldo in più nelle casse dello stato, non hanno mai visto la luce.
Nel frattempo, tutta una serie di misure necessarie, e che avrebbero potuto portare qualche soldo in più nelle casse dello stato, non hanno mai visto la luce.
Ecco l'elenco:
- Taglio degli stipendi parlamentari: un provvedimento dovuto, per equiparare le indennità ai nostri rappresentanti a quelle dei loro colleghi europei. Le somme recuperate sarebbero servite a dare maggiori risorse ai giovani e invece per l'ennesima volta il provvedimento è finito su un binario morto;
- Riduzione del numero dei parlamentari: anche questo provvedimento, che avrebbe dovuto riportare il nostro paese in linea con gli altri paesi europei nel rapporto popolazione/parlamentari (ci supera solo il Regno Unito), è morto. Per ridurne il numero si era addirittura pensato alla creazione di una commissione ad hoc che avrebbe di fatto aumentato il numero dei soggetti presenti in parlamento;
- Legge elettorale: con l'abolizione delle preferenze e un parlamento di nominati, ridare voce agli elettori era un atto dovuto. Non aver abolito questa legge in questa legislatura, più che un'occasione persa è stato reiterare nuovamente la porcata;
- Ddl svuota carceri: a nulla è servito lo sciopero della fame di Pannella! Nemmeno la minaccia di morte dell'esponente radicale è riuscita a far approvare un disegno di legge che avrebbe dato grande prova di civiltà oltre ad essere un gesto generoso da parte del parlamento in prossimità delle feste natalizie. Anche qui, «sarebbe stata una pagina bellissima», secondo le parole del ministro della Giustizia, Paola Severino. Purtroppo, ci limitiamo a constatare l'ennesima occasione persa;
- Taglio province: a causa di una pioggia di emendamenti in commissione affari costituzionali al Senato, è saltato anche il taglio di alcune province. Un'occasione per riorganizzare la macchina dello stato, e che la politica ha percepito come un modo per vedersi sottratti consensi e poltrone;
- Tassa sui grandi patrimoni: togliere ai ricchi per dare ai poveri? Non sia mai. Anche qui, provvedimento non pervenuto.
AV
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