Incredibile ma vero, a pochi mesi dal voto conosciamo soltanto un candidato premier: Pierluigi Bersani. Dopo la straordinaria esperienza delle primarie, il Partito Democratico e la coalizione di centro-sinistra sono gli unici soggetti dello scenario politico italiano ad avere un proprio candidato premier ed una proposta - ancorché poco definita - di governo del paese. Per il resto, gli altri soggetti politici appaiono più come quegli studenti che a una settimana dagli esami non hanno ancora aperto i libri. Dominati dalla mancanza di chiarezza e dal forte tatticismo, nessuno dei partiti che si candideranno alle prossime elezioni sembra attraversato da una discussione interna come quella che ha portato alle primarie del centro-sinistra. Dalla caserma berlusconiana, ormai in preda alla confusione, al soggetto elettorale di Casini, Fini e Montezemolo (troppo poco rappresentativo dal punto di vista dei consensi), nessuno si sta preparando alle prossime elezioni con grande serietà, così come richiederebbe il momento. Il fattore Monti ha sicuramente spiazzato tutti ed è il sintomo dell'enorme debolezza in cui è piombata la politica italiana o almeno quella parte di schieramento moderato, liberale e tendenzialmente di centro-destra.
Intanto, il centro-sinistra italiano si è ricompattato e ha dato prova di unità, ma ciononostante non riesce a superare la tradizionale soglia del 35%. Quello stesso 35% che, sin dai tempi del PCI, è lo zoccolo duro della sinistra italiana. Segno questo, che l'Italia morirà democristiana e che la mancanza di una cosa in stile balena bianca sconvolge ogni pronostico? Può darsi. Intanto Bersani e Vendola, ma anche lo sconfitto Renzi, raccolgono l'entusiasmo e la partecipazione di milioni di cittadini che hanno riscoperto parole come piazza e partecipazione. Mentre, dall'altro lato si brancola ancora nel buio, senza comprendere che di tatticismi si può anche morire. Chi ci guadagna in tutto ciò? Forse la sinistra, ma soprattutto la vera incognita di questa campagna elettorale: Il Movimento 5 Stelle. Sepolta la Lega, l'Idv e in parte il berlusconismo più radicale, Grillo e i suoi fagociteranno, verosimilmente, scontenti ed estremismi di vario genere.
Complimenti quindi a Bersani, ma ahimè la strada verso un governo stabile e credibile del paese è ancora tutta in salita. Anche se si andasse a votare con questa legge elettorale, il centro-sinistra non sarebbe autosufficiente.
AV
Complimenti Andrew per l'acutezza del tuo post. Secondo me il rischio-ingovernabilità nel 2013 è elevato, per l'assurda legge elettorale (che nessuno vuole realmente cambiare) e la debolezza dei partiti. Quindi, se dovessimo essere obbligati ad un Monti-bis? In questo momento non possiamo permetterci l'ingovernabilità...
RispondiEliminaGrazie Guido. Hai ragione: non possiamo permetterci l'ingovernabilità. Personalmente auspico un ticket Bersani-Monti con i pezzi dell'attuale centro-destra che ci stanno. Tuttavia, su quest'ultimo punto aspettiamo di vedere la carta Berlusconi.
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