"Il potere logora chi non ce l'ha". Forse è la più celebre tra le tanti frasi maturate nei 94 anni di vita del Divo, se non la frase che racchiude l'essenza di un personaggio così controverso. E d'altronde di quel potere che logora gli altri, Giulio Andreotti ne ha avuto abbastanza: padre costituente, sette volte presidente del consiglio, ventidue volte ministro della repubblica. Con un curriculum come questo non sorprende affatto che i principali siti di informazione stranieri abbiano dedicato quest'oggi almeno un pezzo alla sua figura. Segno questo, che chi è venuto a mancare in data 6 maggio 2013 è ed è stato un pezzo della storia d'Italia.
Inutile negare che da sempre luci ed ombre si sono addensati sulla figura di Giulio Andreotti, anche se su queste ultime è davvero difficile proporre una valutazione finale e oggettiva. I presunti rapporti con la mafia, il fitto sistema di potere della DC negli anni della prima repubblica, e poi l'omicidio Pecorelli e i rapporti con Sindona e Licio Gelli. Ci sono atti ufficiali che forse aiuterebbero a chiarire queste zone. Ma uno statista come Andreotti va anzitutto ricordato per le sue luci. Ha portato l'Italia nel sistema atlantico (anche se su questo ho una mia personale teoria) e a far parte di un blocco di potere internazionale che ha caratterizzato tutto il dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino. Espressione di una cultura politica, quella della DC, di forte ispirazione europeista, che ha unificato e ricostruito il paese dopo le macerie lasciate dal fascismo, Andreotti rappresenta comunque i 40 anni della nostra storia nazionale in cui siamo cresciuti come paese.
Avrebbe potuto fare di più? Forse. La scarsa cultura democratica nel modo di prendere le decisioni che contraddistingue da sempre la politica italiana può darsi che abbia portato a scelte sbagliate con conseguenze sbagliate sull'Italia che sarebbe venuta negli anni '90. Mi riferisco al debito pubblico italiano di cui molti attribuiscono la creazione alla Democrazia Cristiana.
Ma tra debito pubblico e scarsa cultura di democrazia partecipata, per dirla come Cirino Pomicino, solo chi fa qualcosa sbaglia. Chi non fa niente di sbagli non ne commette nemmeno uno. Ai posteri l'ardua sentenza!
AV
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