Esattamente cento anni fa, il 28 luglio del 1914, con la dichiarazione di guerra dell'impero austro-ungarico al regno di Serbia, a seguito dell'omicidio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, scoppiava il primo conflitto mondiale. Una guerra crudele che per quattro anni distrusse l'intera Europa, coinvolgendo le colonie dell'Impero britannico, gli Stati Uniti e il Giappone. Chiamata anche "grande guerra", la prima guerra mondiale fu, fino a quel momento storico, il più grande e sanguinoso conflitto mai combattuto.
L'Italia, entrata in guerra soltanto un anno dopo (24 maggio 1915), fu uno dei paesi (insieme a Francia, Germania ed Impero ottomano) a registrare il più alto numero di vittime, perdendo addirittura a fine conflitto il 3,48% della sua popolazione. Chi vi scrive, proprio sul Piave perse il proprio bisnonno, Giuseppe Castelli. Una persona che forse non avrei mai conosciuto ma che ha lasciato mia nonna orfana a nemmeno un anno di età, come lei spesso mi raccontava con gli occhi lucidi.
Nonostante, Marinetti e i futuristi parlassero della guerra come sola igiene del mondo, i conflitti sono portatori di enormi conseguenze. È infatti innegabile - come è solito ricordarci chi ci ha preceduto - che la guerra è soltanto miseria, sofferenza e povertà.
E tuttavia, oggi, 28 luglio 2014, ad un secolo da quel conflitto e a 75 anni dalla seconda guerra mondiale, assistiamo alla barbarie della guerra e della miseria in più parti del mondo. Dal Medio Oriente, all'Ucraina i conflitti più stupidi e inutili continuano a divampare sulla cartina geografica, segno che la storia non ci ha insegnato davvero nulla. Prova ne è l'assenza di un doveroso ricordo sulla stampa internazionale di una data che nonostante la lontananza nel tempo costituisce pur sempre una grossa ferita nella storia dell'umanità.
Per tutti quei morti in trincea nel lontano 1914/18, per tutti coloro che persero i propri cari e un pezzo della propria vita in quel terribile conflitto, e soprattutto per quanti oggi continuano a patire le sofferenze di guerre ingiuste, il mio ricordo e quello di questo blog.
AV