venerdì 22 ottobre 2010

Uomini di monnezza ...

Rifiuti di una terra appestata.

Rifiuti di morte. Di cancro. Di tumore.

Rifiuti di un ambiente deturpato e che per decenni si vedrà il suolo devastato.

Rifiuti che uccidono. Tranciano e spezzano vite come falci.

Recidono le radici e spingono a scappare. Emigrare. Fuggire.

Rifiuti umani in auto blu che ti privano di ogni identità.

Pena infernale da girone dantesco.

Una condanna immeritata per chi non ha colpe!

Giovani con il pezzo di carta e con le pezze al culo.

Giovani e fresche menti che vorrebbero nutrire la martoriata terra di linfa nuova.

E invece lei fuma.

Fumo di pistole. Fumo di cassonetti. Fumi di discariche. Fumi di contrabbando.

Fiumi e fiumi di sporcizia. Monnezza umana in giacca e cravatta.

Rifiuti tossici e pericolosi come quelli che producono.

Colletti bianchi pericolosi come discariche abusive.

Politici abusivi, indegni, fetenti, strunz!

Politica che fa il paio con camorra, mafia e ‘ndrangheta.

Altra monnezza. Montagne di monnezza umana. Rifiuti incivili della società.

Un giovane piange dentro di sè.

Una madre piange sul suo volto.

I bambini si ammalano ma non lo sanno.

Ed anche la vecchiaia trascorre tristemente. Ultimo regalo delle monnezze umane.

Camorra e monnezza. Politica e monnezza. Si assomigliano tutte e tre. Sono la stessa cosa.

Si fidavano di loro. Di lui, grande prestigiatore di antigua stirpe.

Ma il tempo è morto. O voi o noi.

Brucia il tricolore nella borbonica e periferica Napoli. Ostello di reietti e crogiuolo di malaffare.

Ma gente affamata di monnezza non ce ne sta più, e forse Napoli si sveglia …

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