lunedì 13 giugno 2011

Affluenza al 57%. Vincono i cittadini ... e FB!

"Cominciamo a prendere in considerazione il fatto che è una sconfitta per il governo", dichiara Adriano Celentano intervistato nel tardo pomeriggio da Enrico Mentana nello speciale di La7 dedicato al referendum. In effetti, a detta di molti la vittoria dei sì a questa tornata referendaria è stata l'ennesima mazzata per l'attuale maggioranza dopo la sconfitta alle amministrative.
La privatizzazione dell'acqua, il ritorno alla produzione di energia nucleare e il legittimo impedimento, questi i temi su cui gli italiani sono stati chiamati a pronunciarsi attraverso un referendum abrogativo nelle giornate del 12 e 13 giugno. Quattro schede che il 57% e più degli aventi diritto al voto in Italia ha voluto prendere in mano per apporre il proprio sì contro l'energia nucleare, a favore dell'acqua pubblica e del principio che la legge è uguale per tutti.

Da anni i referendum non raggiungevano il quorum in Italia, riuscendo a superare la soglia del 50% degli aventi diritto al voto. Cosa è accaduto stavolta? Da cos'è dipesa quest'inversione di tendenza?

Anzitutto dal fatto che dal 1995 -  ultima tornata referendaria in cui il quorum è stato raggiunto - in poi i referendum hanno riguardato temi che poco importavano nell'immediato la vita delle persone. Evidentemente, il cittadino italiano ha percepito che avere una centrale nucleare dietro casa o l'acqua privatizzata costituisce un problema molto più importante della più tecnica riforma costituzionale. Altro aspetto, forse più importante, riguarda la sconfitta del governo e della persona del premier. Se non altro perché non passa il quesito referendario sul legittimo impedimento. Un tema questo fortemente legato a quello della giustizia e su cui Berlusconi ha speso oltre 3 anni del suo mandato dal punto di vista della dialettica politica. Sconfitta che se sommata al voto di Napoli e Milano delle scorse settimane non fa altro che indebolire il governo. E non a caso le prime dichiarazioni che tentano di dare il quadro di quanto complessa sia la situazione nella maggioranza arrivano dalla Lega e per bocca di una delle più autorevoli e meno berlusconiane tra le camicie verdi. A poche ore dalla chiusura delle urne, il ministro degli interni Roberto Maroni dichiara infatti seccamente al Corriere: "o si cambia o si vota".
Le percentuali di voto dei singoli quesiti referendari
Last but not least, la vittoria dei sì è la vittoria dei cittadini che tramite lo strumento di democrazia più diretto previsto dalla nostra costituzione, il referendum, sono riusciti a cambiare davvero le sorti della propria quotidianità. E ci sono anche loro, i social network, FB su tutti, che hanno generato una rete e un movimento di opinione in grado di portare alle urne anzichè in spiaggia milioni di persone. E poi ancora, il ritorno al contatto con la gente, con i comitati civici per il sì che sono impazzati da nord a sud per spiegare con volantini, sit in e porta a porta le loro ragioni alle persone. Comitati in grado di far votare anche quei fuori sede come me che non avevano la possibilità di farlo. E' bastata una semplice iscrizione ad un comitato per il sì e la nomina come rappresentante di lista per far esprimere il proprio voto a miglia di persone impossibilitate a tornare a casa per votare nel proprio seggio.

Credo che, a partire da domani, tutte queste vittorie dovranno far riflettere ognuno di noi su cosa significhi partecipazione, democrazia, avere un ambiente più pulito e sapere che la legge è uguale per tutti.

E c'è già chi la chiama una nuova primavera. Staremo a vedere.

AV

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